La vogata organizzata nel 2007 aveva portato otto barche a remi dalla Cava del Duomo di Candoglia nell'Ossola fino a Milano.
VIACOLMARMO! 2008
RELAZIONE VIACOLMARMO! 2008
La seconda edizione della manifestazione “VIACOLMARMO!” conferma l’interesse per quest’avventura assolutamente particolare che continua a coinvolgere territorialmente diverse province del Piemonte e della Lombardia.
IL TRASPORTO DELLE COLONNE DELL'ARCO DELLA PACE DA CREVOLADOSSOLA A MILANO - Secondo il manoscritto dell’ingegner Carlo Antonio Giroldi (1771 – 1854) di Giuseppe Frattini Edizioni dell’Antica Credenza di Sant’Ambrogio. Milano, 2005.
Questo volume, che trae origine dal manoscritto inedito del progetto dell’ingegner Carlo Antonio Giroldi (1771-1854) del trasporto delle colonne dell’Arco del Sempione o della Pace dalla cava di Crevola d’Ossola a Milano, si articola in più capitoli: la riproduzione anastatica del manoscritto, che presenta un certo interesse filologico per la calligrafia la simbologia adottata e per un italiano a forte impianto dialettale, la sua traduzione ed interpretazione, l’inquadramento storico fra Repubblica Cisalpina e Regno Lombardo Veneto con richiami alle vicende urbanistiche di Milano Capitale e all’opera di Luigi Cagnola architetto dell’Arco della Pace, una ricerca metrologica, i riferimenti bibliografici sull’ingegner Giroldi e generali delle fonti, le vicende relative alla storia delle cave di Crevola d’Ossola, la descrizione dell’Arco della Pace secondo le pubblicazioni dell’epoca, la cartografia del percorso dalle cave di Crevola prima per via terra sino a Pallanzeno, poi sulla Toce al lago Maggiore e da qui via Ticino e Naviglio Grande sino alla Darsena di porta Ticinese, indi di nuovo per via terra, lungo il lato sinistro delle mura spagnole, sino alla Piazza d’Armi e all’Arco del Sempione.
VIACOLMARMO! 2008: PROGRAMMA GENERALE
VOGATA DALL'OSSOLA E DAL LAGO MAGGIORE A MILANO
COMITATO ORGANIZZATORE 2008
Profili biografici
RESOCONTO DELLA 1° TAPPA
18 maggio 2008
Crevoladossola - Domodossola - Vogogna - Pallanza Verbania
Le previsioni del tempo facevano tremare i polsi e temere il peggio, ma abbiamo avuto coraggio e siamo stati premiati.
RESOCONTO DELLA 2° TAPPA
23 maggio 2008
RESOCONTO DELLA 3° TAPPA
24 maggio 2008
Gli amici che venivano in treno da Milano per raggiungerci a Sesto Calende si saranno alzati per primi intorno alle cinque di mattina e saranno stati i primi ad alzare gli occhi verso il cielo per avere una risposta alle nostre paure.
E così tutta l'avventura del calare le barche in acqua e gli equipaggi a bordo con la fortissima corrente diventa un'avventura durante la quale si vede chiaramente che il coordinamento all'interno dei singoli equipaggi e fra le diverse barche non è sicuramente perfetto, d'altra parte non siamo certamente degli incursori di marina ma solamente degli sportivi affascinati da questa avventura e del tutto privi di esperienza di tale genere di operazioni!
Così molti di noi si tuffano in un bar vicino, il cui titolare dichiarerà di non aver mai fatto un fatturato del genere in tutta la sua carriera, e cerchiamo in qualche modo di arrivare all'albergo dove tutti siamo alloggiati per la notte.
RESOCONTO DELLA 4° TAPPA
Turbigo - Milano
Domenica la colazione inizia al mattino presto, alle sette perchè la giornata si preannuncia lunga. Il cielo è ragionevolmente sgombro di nuvole, è grigio ma non piove e verso est si vede anche un'occhiata di luce che potrebbe essere un riflesso di sole.
Ma nessuno ha il coraggio di illudersi, dopo la sciacquata di ieri che ci ha reso molto pessimisti per il futuro. Da dentro i bagagli umidi ciascuno ha tirato fuori le ultime risorse di vestiti e scarpe, sperando in cuore proprio di non aver bisogno di ulteriori ricambi.
L'aria è fresca ma ormai, essendo fine maggio, non fa freddo.
Alcune barche sono già state portate in riva al Naviglio la sera prima, altre partono insieme a noi in una carovana di vetture che si recano al ponte della Padregnana dove è programmato il varo.
E come l'anno scorso là in riva al canale ci aspetta l'imboscata dei moscerini, infiniti e invadenti, che entrano nel naso, negli occhi, in bocca, nelle orecchie ma che per fortuna non pungono e quindi per quanto fastidiosi alla fine possono essere tollerati.
Il tempo brutto ha fortunatamente ridotto a pochi i ciclisti appassionati che stanno percorrendo le alzaie, mentre l'anno scorso erano centinaia e insistevano a passare velocissimi incuranti dei nostri segni e del pericolo delle barche che nel sollevamento con la gru sbandieravano rischiando di fare male a qualcuno di loro.
Sulla strada, con gli stabilizzatori già posizionati, ci aspetta il grande trattore del nostro oste di ieri sera Robertino, accompagnato da suo cugino e da un altro amico ancora più vigoroso di fisico, al punto che viene da pensare a che cosa serva un trattore del genere quando si hanno degli amici di siffatta stazza; fra noi peraltro possiamo anche vantare la presenza di Filippo, un gigante alto 1 m e 98 e anche di Lorenzo Mascetti, un altro che non scherza certo quanto a vigoria fisica.
Come di regola viene calato in acqua prima il canotto della polizia in modo che possa vigilare su qualunque inconveniente dovesse accadere durante il varo delle altre barche. La corrente è molto forte però, per fortuna, abbiamo molto spazio a disposizione e quindi le operazioni vengono condotte in modo sufficientemente rilassato da chi è più capace e più esperto mentre i meno smaliziati vengono utili solo per trasportare le barche dai carrelli al trattore, evitando attentamente di affidare loro delle operazioni più complesse.
Quest'oggi ci sono 12 nuovi vogatori, tutti amici dei proprietari delle due barche vichinghe, di conseguenza una delle due barche è riservata a loro, mentre per poter salire sull'altra si accende la solita discussione che termina solo quando qualcuno si accontenta di salire sulle jole.
Infine si parte, mentre il trattore attende l'arrivo dell'ultima lancia che è in ritardo in quanto ieri aveva avuto alcuni problemi al carrello Per chi non ha ancora percorso il primo pezzo di canale ogni curva riserva una nuova sorpresa: case diroccate, alcune cascine nobili perfettamente restaurate, un grandissimo barcone rimessato sotto una tettoia in riva al canale, l'emozionante scalinata di villa Clerici di Castelletto di Cuggiono e il paese di Castelletto dove si ricominciano a vedere un po' di case, un po' di persone, i pescatori, i ciclisti e i bambini che ci additano con sorpresa ai loro genitori.
Magnifica la vista del complesso religioso di Bernate, poi rapidamente arriviamo alla nostra prima stazione di sosta, Boffalora. Qui ci aspettano gli amici dell'Associazione culturale La Piarda, con in testa il presidente Tunesi, di malumore perché sofferente di una influenza mal curata che lo rende di cattivo umore al punto che non ha neanche voglia saltare in barca con noi. A riva ci aspetta il Barchett de Boffalora con il nostro ormai grande amico Giuseppe Ceriani e i due barcaioli con i loro cappellacci di cuoio ottocenteschi e i lunghi pali in mano per condurre la barca. Riusciamo ad attraccare abbastanza decentemente alla sponda, ci divoriamo patatine e aperitivi più o meno alcolici gentilmente offerti, ci rilassiamo una mezz'oretta e poi decidiamo di partire, sapendo che a Robecco sul Naviglio ci attende un arrivo molto più movimentato perché la corrente del canale è giudicata dai vecchi barcaioli molto più forte, addirittura mi dicono 20 volte di più!
Così ci stacchiamo dalla sponda non senza un po' di emozione perché il primo ponte è a pochi metri dopo il punto di distacco dalla banchina e non è così facile rimettere in velocità le barche per dare ai timoni la capacità di governare la direzione e subito dopo il ponte c'è anche immediatamente una curva molto stretta verso sinistra che va affrontata con decisione per non andare a sbattere contro la parete del canale.
Però tutti riusciamo a partire in modo più o meno brillante, con urla di incitamento scherzose e la navigazione continua verso un percorso sempre bellissimo.
Robecco sul Naviglio arriva molto più presto di quanto ci si possa immaginare, sembra di essere appena partiti, e la corrente effettivamente è molto veloce. La mia jole arriva per ultima quando ormai tutti sono attraccati a riva e dobbiamo trovare un posto dove riuscire a inserirci in mezzo alle barche per evitare di fare dei danni allo scafo: un primo lancio della cima non ha successo e riusciamo ad attraccare fortunosamente con uno scatto vigoroso di energia. Siamo arrivati in uno dei posti più belli del nostro viaggio, a villa Dugnani, una stupenda dimora in riva al canale di proprietà della nostra amica Vevè Bossi che ci accoglie sorridente e contenta di avere tanti amici intorno, per quanto bagnati e poco eleganti, nella sua deliziosa cornice di rose, cani, gatti, mobili e libri antichi. In un attimo comincia anche a piovere fitto e noi ringraziamo il cielo di essere riusciti a mettere un tetto sopra la testa. Ci aspetta una colazione molto ricca, molto buona, organizzata grazie al fiduciario Slow Food di Magenta Silvano Vignati tramite un agriturismo locale, la Cascina Bullona, gestito da Stefano Viganò. Molti dei prodotti che vengono presentati sono di produzione e marchiati Parco del Ticino, il vino è dell'Oltrepò, i formaggi sono locali e tutti come al solito si avventano famelici sul cibo.
Sono venuti a trovarci Manuela, con la mamma e papà, Adele e Norma che mi hanno aiutato nell'organizzazione di tutta l'avventura, che ha richiesto tre mesi di tempo per essere infine bruciata in quattro giorni di corsa sulle barche.
Fuori piove, nella bellissima villa si chiacchiera e ci si raccontano tante idee per il futuro, molti già ci dicono che verranno a nuotare in giugno, luglio e settembre con Roberto, Diego e me nelle tappe della LONGALAGO, vincendo la timidezza e la paura di affrontare alcuni chilometri di nuoto nell'acqua dolce.
È curioso come noi giudichiamo la lunghezza di una tappa in chilometri, mentre la maggioranza degli sportivi abituati a nuotare in piscina contano la lunghezza in numero di vasche: io, se dovessi conteggiare una tappa in questo modo, alla sola idea di fare 250 vasche sarei preso dallo spavento, mentre invece fare i corrispondenti 6 km mi sembra ormai normale anche perché in vasca morirei di noia, mentre invece nel lago continuo a distrarmi guardando pesciolini, piante acquatiche, papere e anche cercando di migliorare il mio modo di nuotare per avanzare più fluidamente.
Finalmente smette miracolosamente di piovere, mentre le notizie da Milano sono che là ancora sta scrosciando; d'altra parte non possiamo fermarci più di tanto perché ci aspettano gli appuntamenti successivi, sono concatenati uno con l'altro e rischieremmo di far saltare tutto il programma.
La partenza è piuttosto emozionante: la jole di Gavirate rompe un remo, anche altre barche partono con un po' di agitazione, d'altra parte la corrente è veramente molto forte e penso che possa essere stimata intorno ai 20 km/h. Grazie anche alla velocità sostenuta dell'acqua il percorso sembra estremamente corto; il curvone di Abbiategrasso, così temuto l'anno scorso e in realtà del tutto inoffensivo perché la corrente che porta verso il canale di Bereguardo è facilmente dominabile, arriva molto presto, ma da quel momento in poi sappiamo già però che la corrente poco per volta mollerà completamente e ci toccherà remare seriamente.
All'inizio la campagna intorno è ancora bella. Ci sono cascine bellissime, alcune diroccate altre invece in condizioni più che decorose. Siamo infastiditi dal traffico delle automobili sulla statale che fiancheggia il canale a cui non siamo più abituati e voghiamo vigorosamente perché cominciano ad arrivare le prime telefonate di coloro che già ci aspettano a Milano, fra cui anche il TG3, che come sempre pensano che possiamo accelerare il ritmo a nostro piacimento per recuperare i minuti. In realtà siamo in buon orario rispetto all'anno scorso quando continuavamo ad accumulare minuti su minuti di ritardo e infatti quest'anno ci siamo permessi anche di programmare una sosta a Gaggiano dove veniamo accolti dall'Assessore al Turismo Bianchi, il quale gentilmente ci ospita per una ultima rinfrescata prima di affrontare la parte finale della vogata fino a Milano. Gaggiano è molto carina, tutto il paese lungo il canale è in via di recupero, i colori delle case sono bellissimi, i materiali sono curati e da questo punto di vista probabilmente la cittadina è quella che più merita per l'attenzione che ha dedicato a questi aspetti.
Andiamo avanti, cominciamo a riconoscere i cartelli stradali e vediamo a che distanza siamo dall’IKEA, da Castorama e dai tanti negozi dove siamo abituati ad andare per fare acquisti e poco per volta ricominciamo a vedere anche le brutte case delle periferie delle nostre città. Trezzano e Corsico sono gli ultimi paesi che attraversiamo e poi con un paio di curve sappiamo che arriveremo a Milano: il tratto è veramente lungo, anche noioso e alcuni equipaggi dimostrano chiaramente di soffrire la fatica della lunga vogata, però nessuno molla e si fa sostituire.
Ad un certo punto da lontano dichiaro di sentire una musica ma vengo smentito dai miei compagni di barca che dichiarano che sono le campane; in effetti si sentono le campane di una chiesa ma io continuo a sentire anche una banda e dopo qualche altro centinaio di metri anche gli altri mi devono dare ragione perché ci avviciniamo verso la nostra banda degli Alpini che suona per le due barche vichinghe che ci hanno sopravanzato e la jole di Gavirate che, filando via come un treno, è già ben lontana davanti a noi.
Davanti al pontile della canottieri Milano ecco la banda tutta schierata che suona per l’arrivo di ognuna delle barche: è un momento bellissimo di grande struggimento, è un onore che viene reso a noi in quanto certamente quello che abbiamo compiuto in piccolo e nella modestia di un'impresa sportiva è stata anche una avventura di vita. Però il tempo stringe e alla Darsena ci aspetta la televisione e molti altri amici e così il Barchett riparte dopo aver imbarcato una dozzina di alpini in un contrasto stridente fra l'acqua e le penne di montagna del loro berretto storico.
Anche l'ultimo tratto viene percorso con grande vigore, tutti hanno dimenticato di essere stanchi, rimane l'emozione di volersi esibire fino all'ultimo metro ingaggiando fra le barche una competizione amichevole.
Filiamo come dei treni, dietro di noi la prima barca vichinga lanciata all'inseguimento solleva l'acqua davanti alla prua come se avesse il motore ma noi resistiamo e con un ultimo sprint riusciamo addirittura a spaccare di potenza un remo quando siamo a 100 m dalla Darsena!
Siamo tutti contenti, emozionati, straniti dall'arrivare nella nostra città così conciati da sembrare quasi dei marziani. Ma senza soffermarsi le barche vanno avanti nella Darsena rapidamente e in modo abbastanza ordinato. Questa volta riusciamo a tirare fuori le barche dall’acqua con una notevole efficienza e rapidità, forse dettata anche dal fatto che siamo stanchi e vorremmo finalmente riposarci, e collocarle sui carrelli con i quali partiranno lasciandoci definitivamente.
La banda degli Alpini intanto si incammina per portarsi dove ci aspetta il tram alla stazione di Porta Genova e ogni tanto si ferma a suonare davanti ai cittadini che li ascoltano deliziati fino al punto che il traffico ogni tanto si interrompe e si blocca completamente. Alla fine arriviamo dove il tram, messo gentilmente a disposizione dalla ATM, ci aspetta con un gentile e giovanissimo conduttore che sta attendendo paziente anche se abbiamo ormai mezz'ora di ritardo. Raccogliamo tutti gli amici che si stanno disperdendo intorno e il tram, sul quale gli Alpini stanno suonando imperterriti di fianco alla stazione ferroviaria, finalmente parte per attraversare tutto il centro di Milano con un percorso speciale che ci porta ad attraversare Porta Ticinese, le colonne di San Lorenzo, via Torino, il Duomo di Milano, largo Cairoli, piazzale Cadorna e infine ci porta all'Arco della Pace.
Intanto la banda suona e mentre passiamo davanti al Duomo non è mancata “o mia bella madonnina”. In fondo al piazzale vediamo il gazebo con delle belle bottiglie fresche di spumante e così, rinfrancati da questa vista, i nostri Alpini si schierano ordinatamente in ordine di marcia ed avanzano a passo lento suonando inni marziali. È un momento che, anche se buffo e curioso, è anche un po' serio quando Troubetzkoy e io ci mettiamo in spalla il tronco di colonna e andiamo a passo cadenzato, con la banda che suona, fino a depositarlo ai piedi dell'Arco della Pace.
Tanti amici che non hanno vogato sono venuti a trovarci, forse un po' increduli di tutto quel pandemonio che siamo riusciti a montare insieme. Dai bar della movida di corso Sempione sbucano un po' di curiosi, alcune vecchiette avendo adocchiato le tartine sotto il gazebo si avvicinano anch’esse e fanno festa insieme a noi. Faccio quasi un po' fatica a interrompere la banda che suona per concedere anche agli alpini un meritato rinfresco sotto il padiglione che hanno montato i ragazzi della società di catering il Maestro di Casa, miei grandi amici ormai da tanti anni perché lavorano con noi molto frequentemente a Pallanza in villa.
Alcuni discorsi vengono ripresi per la televisione VCO Azzurra TV dalla carinissima giornalista Marianna Morandi e dall'operatore Travaini, interviste nelle quali inizia l’ingegner Frattini, che racconta del suo libro sul viaggio delle colonne dell'Arco della Pace da Crevoladossola fino a Milano, libro che è stato l'inizio di quest'avventura, quando me lo regalò il mio grande amico di Macugnaga Lolo Alfieri.
Poi parlano il presidente del Parco della Valgrande, che si è avventurato vogando con noi per quasi tutto il percorso, la proprietaria delle cave Tosco Marmi che ci ha preparato i blocchi di marmo, la signora D’Aloisio, accompagnata dal suo direttore di cava signor Barbieri, l'architetto Jilla Giani che ha scritto un libro sull'Arco della Pace e che ha fondato diversi anni fa l'associazione degli Amici dell'Arco della Pace, e infine un rappresentante dell'assessore Orsatti del Comune di Milano, che non ha potuto presenziare personalmente e che ci fa comunque partecipi della sua condivisione ed entusiasmo per la nostra avventura e del fatto che nei prossimi giorni ci incontreremo per consegnargli il marmo.
Adesso siamo veramente stanchi e alla spicciolata cominciamo ad avviarci facendoci accompagnare dai nostri amici perché le nostre macchine sono disperse qualcuna lungo il percorso della vogata, qualcuna addirittura al Lago Maggiore e pian piano tutti ci organizziamo per recuperare quello che abbiamo lasciato in giro in questi incredibili giorni.
Gli Alpini suonano ancora una serie di musiche bellissime e poi concludono con il nostro inno nazionale che merita sempre rispetto e silenzio da tutti; poi a passo cadenzato, si allontanano per tornare a casa, al Lago Maggiore, da dove sono partiti. Con la musica che si affievolisce piano piano finisce la VIACOLMARMO!2008.
Nessuno di noi la dimenticherà.
RELAZIONE VIACOLMARMO! 2007
La manifestazione "VIACOLMARMO!" costituisce un'avventura assolutamente particolare che coinvolge territorialmente diverse province del Piemonte e della Lombardia, ha inizio in territorio svizzero e termina all’interno della città di Milano.
L'originalità dell'iniziativa risiede nell'idea interessante di collegare le montagne dell’Ossola e il bacino del Lago Maggiore con la pianura milanese percorrendo a remi le vie d'acqua naturali e artificiali storicamente sfruttate come via di traffici.
La "VIACOLMARMO!" si ricollega ad una precedente manifestazione, diversa in quanto natatoria, ma sempre originata dal medesimo spirito d’attenzione all'ambiente del lago, la "Longalago 2006", che ha condotto un gruppo di sportivi entusiasti a nuoto lungo un percorso costiero di 43 km da Verbania fino al Locarno, e che quest'anno verrà continuata con la "Longalago 2007", nuotata da Verbania fino a Sesto Calende, a completare la traversata per tutta la lunghezza del Lago Maggiore.
I partecipanti della "VIACOLMARMO!" potranno essere sia agonisti che amatori ed è già previsto che parteciperanno equipaggi provenienti dalla Svizzera, dal Piemonte e dalla Lombardia.
Nel programma è data particolare attenzione al coinvolgimento di sportivi non vedenti, già organizzati in associazioni attive in provincia di Verbania e di Varese.
Il coinvolgimento dei media sarà curato con grande attenzione, dalle televisioni locali alle radio, ai giornali e alle riviste specializzate, in modo da riuscire a coinvolgere le popolazioni dei territori attraversati sia per reclutare partecipanti attivi che per portare l'attenzione sui temi culturali, ambientali e sportivi che la manifestazione si propone di ricordare.
È molto difficile ipotizzare oggi quanti spettatori potranno essere presenti, anche perché molte aree che saranno attraversate sono all'interno del Parco del Ticino, lungo i canali, in zone di accesso limitato e comunque difficili da raggiungere; in questo senso c'è grande aspettativa sull'attenzione che si otterrà tramite i mezzi di comunicazione visiva che potranno rendere virtualmente spettatori dell'avventura moltissime persone coinvolgendole emotivamente.
La manifestazione è intenzionalmente gratuita in modo da evidenziare immediatamente gli aspetti sportivi amatoriali e culturali che sottintendono tutta l'organizzazione.
In affiancamento alla società Strale s.r.l., organizzatrice e finanziatrice in parte della manifestazione, vengono avanzate richieste di contributi alle autorità territorialmente competenti e a società private che possano avere interesse a legare la propria immagine ad un'iniziativa così speciale.
Trattandosi di una manifestazione di canottaggio saranno coinvolte le federazioni di canottaggio, gli assessorati allo sport e le associazioni canottiere di tutte le aree coinvolte dal percorso.
Lo svolgimento dell'iniziativa è interamente a cielo aperto sul lago, lungo i fiumi e canali e nelle piazze dei paesi di arrivo e partenza delle tappe.
La disciplina, come già indicato, è il canottaggio, ma è prevista anche l’assistenza da terra grazie a gruppi di amici che forniranno sostegno agli equipaggi percorrendo le alzaie in bicicletta. La sicurezza dei partecipanti durante lo svolgimento della manifestazione è stata oggetto di particolare attenzione da parte degli organizzatori. Un natante delle forze dell’ordine seguirà le barche dei concorrenti per garantire la sicurezza, il rispetto delle normative e il pronto intervento in caso di necessità.
L'iniziativa assume una particolare rilevanza per il territorio che dal Lago Maggiore si estende fino alla pianura padana; gli aspetti storici connessi al sistema trasportuale via acqua dai monti dell'Ossola fino a Milano si fondono intimamente con gli aspetti culturali, quale il recupero degli interventi leonardeschi e dei grandi ingegneri dell'800, e con gli aspetti economici che hanno contribuito alla modifica del paesaggio di tutta la valle del Ticino negli ultimi 1000 anni.
Gli anni 2000 vedono l'apertura di un interesse straordinario del mercato colto e intelligente per i temi ambientali e storici dei quali la via d'acqua Lago Maggiore - Milano potrebbe diventare uno degli itinerari più interessanti del panorama italiano, collocandosi in concorrenza diretta con le esperienze analoghe francesi o tedeschi.
L’idrovia Locarno - Milano - Venezia - Trieste è già da anni nei programmi europei e le tappe di recupero alla navigabilità sono già segnate con scadenze temporali abbastanza vicine, che questa iniziativa vorrebbe sottolineare presso le amministrazioni coinvolte a realizzare il grande progetto.
Luogo di tutta l'iniziativa saranno la valle del Toce, il basso Lago Maggiore, il fiume Ticino e il Naviglio Grande fino a Milano. Periodo di svolgimento sono i due primi fine settimana di maggio 2007.
VOGATA DALL'OSSOLA E DAL LAGO MAGGIORE A MILANO: TAPPA 1
Resoconto della tappa 1 CANDOGLIA/LOCARNO-PALLANZA VERBANIA
Il 5 maggio ha preso avvio la prima tappa della manifestazione Via col marmo! e 5 barche sono state calate in acqua a Candoglia per affrontare il primo tratto del fiume Toce.
Una breve cerimonia ha segnato l'inizio dell'avventura con le foto della consegna dei blocchetti di marmo di Candoglia e Ornavasso agli ideatori dell'iniziativa, Francesco Rusconi-Clerici e Roberto Troubetzkoy Hahn da parte del dottor Antonio Longo Dorni, sindaco di Ornavasso e presidente del Distretto Turistico dei Laghi e del signor Luciano Piralla, sindaco di Mergozzo, nel cui territorio insistono le storiche cave di marmo della Veneranda Fabbrica del Duomo.
Il tempo fortunatamente, dopo alcuni giorni di forte pioggia, è stato clemente con gli sportivi impegnati nella vogata, fra i quali quattro signore, e la discesa lungo il fiume Toce è proseguita senza inconvenienti fino alla rapida sotto il ponte di Gravellona.
Aironi e cigni sono stati avvistati in quel tratto di fiume incontaminato, leggermente gonfiato dalle piogge dei giorni precedenti, che hanno rinverdito il verde delle piante e dei prati già sofferenti per la mancanza di acqua delle ultime settimane.
La rapida del ponte di Gravellona ha creato le prime difficoltà agli equipaggi, dei quali alcuni hanno preferito uscire dall'acqua issando le barche in spalla per far loro superare il dislivello, valutabile in almeno 1 metro, mentre altri sono riusciti brillantemente a far passare le barche dopo essere scesi in acqua malgrado una temperatura glaciale vicina ai 5 gradi.
Una barca ha tentato di superare la rapida con disinvoltura con l'equipaggio a bordo ma si è incagliata e solo l'intervento di una decina di persone ha consentito di liberarla dalla morsa dei blocchi di granito.
Alla fine della rapida aspettava il canotto della scorta della Polizia, alcune jole dei ragazzi della canottieri di Pallanza, una bellissima lancia storica condotta da un equipaggio di Pallanzesi doc, Mazzola, Papini e Zurlo e il percorso è continuato prima lungo il fiume Toce e poi entrando nel Lago Maggiore.
Alla vecchia osteria San Carlo l'equipaggio femminile si è avvicendato con forze nuove e si è continuata la navigazione sino a Pallanza, dove tutti sono arrivati in perfetto orario.
La tappa ha comportato un percorso complessivo di circa km. 10 ed è stata portata a termine da tutti i partecipanti con disinvoltura, con il solito spirito competitivo che contraddistingue tutti gli sportivi e non manca mai neanche nelle manifestazioni dichiaratamente non agonistiche.
Tutti hanno preso confidenza con i loro mezzi, 4 dei quali erano rappresentati da barche gentilmente messe a disposizione dalla Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso, tipo Happy, molto leggere e molto maneggevoli, divertenti e facili da condurre.
Mentre le barche si affacciavano alla punta dell’imbarcadero di Pallanza dallo stretto dell’Isolino San Giovanni, con tempismo incredibile, entrava nel golfo la bellissima jole anni ’50 della Canottieri Locarno, con 5 partecipanti a bordo, reduci da una vogata di 40 km.
La serata si è conclusa con una cena nelle antiche cucine della villa Rusconi-Clerici a base di prodotti tipici offerti dal Parco Nazionale della Val Grande, presentati dalle donne in costume della valle.
VOGATA DALL'OSSOLA E DAL LAGO MAGGIORE A MILANO: TAPPA 2
Resoconto della tappa 2 PALLANZA VERBANIA-STRESA-LESA-ARONA
Il 6 maggio una splendida mattina di sole ha salutato gli equipaggi che si preparavano a calare le barche in acqua dalla spiaggia della villa Rusconi-Clerici a Pallanza.
D'un tratto da dietro l'imbarcadero si è sentito un rullo impressionante di tamburi e dalla punta è venuta avanti velocissima una barca con 16 vogatori che si è portata davanti alla piazza del municipio pronta per affrontare la seconda tappa della Via col marmo!
La divertentissima sorpresa ha galvanizzato gli altri equipaggi, come sempre in leggero ritardo sulla tabella di marcia, che si sono portati anch'essi rapidamente davanti al lungolago di Pallanza per una foto di rito e poi si sono avventati attraverso il lago verso Stresa, primo traguardo.
8 barche a remi, 7 barche a motore di accompagnamento, della Polizia, della Croce Rossa, dei sub e private, alle quali poi si è aggiunto un bellissimo burchiello che normalmente sta in darsena a Pallanza, e la gigantesca piroga scherzosamente soprannominata "Mascalzone Verbano", hanno dato vita sul lago a una piccola competizione di gioia e di divertimento del tutto inusuale.
Le condizioni di lago perfette, malgrado il moto ondoso creato dai numerosi battellini in servizio fra le isole, hanno consentito di arrivare a Stresa in meno di un'ora.
Alcuni cambi di equipaggio e la messa a punto dei dettagli delle barche hanno preso pochi minuti dopo i quali le barche hanno ripreso la navigazione continuando a costeggiare la sponda piemontese, anche per allontanarsi rapidamente dallo specchio di lago davanti a Stresa precluso alla navigazione per lo spettacolo delle Frecce Tricolori atteso poco dopo.
Da Stresa fino a Lesa è stata una passeggiata bellissima e dal ritmo assolutamente inusuale: non capita mai di costeggiare a pochi metri di distanza la costa, senza fretta, senza dover tenere incollata l'attenzione davanti alla barca, e così ogni visione dei vecchi giardini e delle vecchie ville si è potuta gustare in modo perfetto.
La limpidezza del cielo e le infinite gradazioni dei verdi degli alberi e dei prati, rinfrescati dalle piogge degli ultimi giorni, creavano un susseguirsi di quadri di bellezza assoluta.
Dispiace solo che nel mese di maggio e in una giornata superba la maggioranza delle grandi ville avessero le persiane chiuse dimostrando come il piacere di gustare il nostro lago non è tornato ancora nelle abitudini di tutti.
A Lesa un'accoglienza perfetta da parte della Pro Loco, presenti il sindaco Grignoli e l'assessore al turismo Pericoli, sul bellissimo terrazzamento in legno a lago recentemente realizzato sul quale hanno comodamente potuto gustare una ricca colazione gli equipaggi, gli accompagnatori, la scorta e i ragazzi della canottieri di Lesa venuti incontro alle barche in arrivo.
Complessivamente saranno state almeno 80 persone ospiti, alle quali una gentile signora rappresentante dei coltivatori di fiori tipici del lago ha anche offerto diverse piantine di azalee rosa.
Con dispiacere il programma prevedeva ad un certo punto di riprendere la vogata e un poco a malincuore così è stato; alcuni equipaggi hanno cambiato composizione, non tanto per la stanchezza quanto per il desiderio di tutti di compiere almeno un pezzo della splendida gita e le barche hanno ricominciato a procedere lungo la costa verso la città di Arona.
Una leggera brezza da Nord, che poi e piano piano verso sera si è trasformata in un vigoroso "maggiore", il vento tipico che spira dalla Svizzera e normalmente porta bel tempo, ha accelerato il viaggio delle barche che sono arrivate in vista del San Carlone e della Rocca di Arona ben prima del previsto.
Tale era il caldo che diversi equipaggi hanno approfittato della necessaria attesa per tuffarsi in acqua in mezzo al lago per un bagno sicuramente molto precoce rispetto agli anni passati.
Infine le barche sono arrivate in Piazza del Popolo ad Arona dove la Pro Loco ha gentilmente offerto un rinfresco molto gradito a base di stuzzichini e pizzette buonissime, condite con un prosecco fresco e delizioso, sotto un gazebo fissato in molte fotografie.
Un operatore di TELE VCO AZZURRA ha seguito tutta la tappa passando da una barca all'altra e i giornalisti hanno poi intervistato gli organizzatori della manifestazione e diversi partecipanti, scoprendo tra l'altro con sorpresa che fra i vogatori c'erano americani, francesi, spagnoli, russi, evidentemente tutti affascinati da questa idea sportivamente diversa dal solito.
Verso sera, mentre il maggiore continuava a rinforzare, le barche si sono portate al sicuro nel porto della Navigazione Laghi, dove era stato gentilmente concesso di farle sostare in attesa della ripresa della navigazione prevista per sabato 12 di maggio.
Tutti i vogatori si sono salutati alla fine scottati dal sole ed entusiasti di questa tappa così fortunata per il tempo e così bella per il percorso, quasi impazienti di riprendere a remare per affrontare dopo Sesto Calende il Ticino e i canali di pianura, un'esperienza che quasi nessuno di loro ha mai ancora provato.
Arrivederci quindi a sabato 12 maggio per la partenza da Arona verso Sesto Calende prevista per le 8.30.
La prossima tappa sarà molto variegata perché prevede un tratto di fiume, il sollevamento delle barche con il carrellamento fino alla diga di Panperduto, il varo nel canale Villoresi e la navigazione lungo lo stesso fino allo scivolo di Castano Primo, mettendo a dura prova anche gli aspetti logistici e organizzativi di questa passeggiata che muoverà attraverso i canali 10 barche, 50 vogatori, autisti e ciclisti in assistenza, oltre ai mezzi meccanici necessari.
Sarà un'esperienza bellissima, tutti ne siamo sicuri, a cui siamo fortunati di poter partecipare.
6 MAGGIO – 2° TAPPA LAGO IN FESTA
Gli sportivi che stanno per affrontare il tragitto a remi dal Lago Maggiore fino a Milano vi invitano a partecipare alla tappa della vogata che il giorno 6 maggio porterà le barche da Pallanza Verbania fino ad Arona.
La partenza è fissata alle 8.30 dalla piazza del municipio di Pallanza e di lì attraverseremo il lago costeggiando l'Isola Madre e passando fra l'Isola Pescatori e l'Isola Bella.
A Stresa, alle ore 10.30, è previsto un breve rinfresco sul lungolago e l'imbarco di alcuni ospiti che ci accompagneranno fino a Lesa.
Qui, sulla passeggiata lungolago, la Pro Loco imbandirà una colazione per tutti i partecipanti, dopo la quale, verso le 15.00, la carovana ripartirà per giungere nel pomeriggio ad Arona.
Abbiamo coinvolto le amministrazioni comunali, le Pro Loco e le associazioni canottiere e avvisato tanti amici perché vengano a scortarci lungo il lago per il tratto che vorranno, con qualunque tipo di natante, a remi, a vela o a motore.
Sarà bellissimo vedere tante barche navigare insieme trasformando la nostra tappa della VIACOLMARMO! in una festa e in un'occasione di incontro di amici, piemontesi, lombardi e ticinesi, tutti perdutamente innamorati del nostro grande Lago Maggiore.
Se il tempo ci vorrà bene sarà una bellissima passeggiata piena di sole, aria e acqua e le 10 barche impegnate nella vogata continueranno il 12 e il 13 maggio remando fino a Milano e portando alla città i profumi dei nostri giardini e le immagini delle nostre montagne.