RESOCONTO DELLA 2° TAPPA

23 maggio 2008

Pallanza Verbania – Lesa – Arona - Sesto Calende
La giornata di venerdì 23 maggio è iniziata sotto auspici molto migliori di quelli che le previsioni del tempo, disperatamente controllate giorno per giorno da tutti i partecipanti lasciavano presagire.
Le prime luci dell'alba lasciavano intravedere degli scorci di cielo azzurro e qualche raggio di sole mentre le nuvole si ritiravano verso le montagne.
Le due barche vichinghe avevano dormito presso la Canottieri Pallanza dove il gruppo più numeroso dei ragazzi di Ornavasso è stato fatto convergere insieme a tutti gli studenti del Cobianchi per aiutare nella messa in acqua di queste due mastodontiche barche.
E così, con l'aiuto di una ventina di vigorosi aiutanti le barche sono scese in acqua per portarsi orgogliosamente di fronte alla piazza di Pallanza da dove era prevista la partenza di tappa.
Tre jole e due kayak intanto venivano messe in acqua dal pontile di villa Rusconi-Clerici e da lì si affrettavano a raggiungere anche esse la piazza dove già aspettava la lancia dei nostri amici Mazzola e Zurlo.
Da subito si è capito che l'equipaggio più esuberante era quello degli studenti del Cobianchi che in effetti non hanno smesso di lanciare urla e grida di divertimento e di entusiasmo dal primo minuto della giornata fino alla sera tardi, ma questo è proprio il bello di essere ragazzi.
Sulle barche erano stati issati il pezzo di colonna di marmo di Crevoladossola e il cubo di marmo di Ornavasso da consegnare a Milano.
Per fortuna che c'erano le due barche grandi perché lo spezzone di colonna era talmente pesante che avrebbe certamente messo in pericolo una barchetta normale.Da Pallanza le barche si sono avventate vigorosamente verso l'altro lato della costa, arrivando in pochissimo tempo a Stresa per una piccola sosta tecnica di messa a punto dell'equipaggiamento e di controllo degli abbigliamenti e dell'organizzazione.
Da lì è cominciata la passeggiata lungo il lago, come sempre magnifica per la vista spettacolare che si gode dall'acqua di tutte le ville che sfilano in collana lungo tutta la costa.
Quest'anno, data la stagione così piovosa, tutti i giardini erano ancora più belli dell'anno scorso, con i prati brillanti di umido, perfettamente tagliati e spettacolari nella loro nitidezza.
Le barche si sono sgranate secondo la velocità di navigazione: come previsto le due barche vichinghe, dotate quel giorno di circa 10 rematori cadauna, contro un massimo di 14, hanno dimostrato di avere delle doti di velocità enormemente superiori alle barche piccole con soli due vogatori.
I kayak con mia sorpresa si sono dimostrati estremamente veloci, al punto che non hanno mai fatto fatica durante tutti i 150 km percorsi a remi a rimanere affiancati alle barche.
Poco dopo mezzogiorno siamo arrivati in vista di Lesa, dove ci aspettava il sindaco Ing. Grignoli, l'Assessore al Turismo Dottoressa Campari Pericoli e la presidentessa Grillo della Pro Loco, per la ormai consueta e graditissima colazione in riva all'acqua, imbandita in un padiglione del ristorante “Lago Maggiore”.
Qualche amico era venuto affettuosamente a trovarci per vedere se tutto andava bene ma, indubbiamente, tutto procedeva nel migliore dei modi con sole, un leggero vento alle spalle, e senza alcuna controindicazione.
La consegna delle magliette con il logo nuovo della VIACOLMARMO! 2008 che riporta al posto del Duomo di Milano l'Arco della Pace, ha suggellato il momento di incontro con i pubblici amministratori del Comune di Lesa ai quali va come sempre la grande riconoscenza per la cortesia e l'affetto con il quale ci hanno sempre accolto, non solo a remi, ma anche quando siamo passati a nuoto durante la LONGALAGO.
Da Lesa il convoglio di barche procede poi con i ragazzi che fanno la solita cagnara senza alcuna difficoltà, sempre ammirando le bellissime ville lungo la costa, e dopo circa 2 ore di vogata con ritmo spedito arriviamo ad Arona, dove siamo accolti dalla Pro Loco che ha messo in campo un gazebo ben organizzato con alcune delicatezze che noi divoriamo come se non avessimo fatto poche ore prima una ricca colazione.
La scusa evidentemente è che siamo sportivi e che abbiamo davanti un sacco di chilometri da fare a remi e indubbiamente tutto quello che ci viene presentato dal collega fiduciario dello Slowfood di Arona Stefano Velli è talmente buono che anche senza questa scusa verrebbe immediatamente divorato.
Abbiamo già vogato almeno 25 km e sono distanze che nessuno è abituato a percorrere a remi perché ormai qualunque percorso viene superato usando barche a motore e invece è bello ricordare che una volta tutta l'economia del lago si muoveva su barche a remi, con l'ausilio di primitive vele quadre che venivano usate in aiuto alla forza delle braccia quando il vento spirava in direzione giusta, anche se tutti i tempi erano talmente più dilatati rispetto a quelli frenetici di oggi che i barcaioli si permettevano di aspettare tranquillamente per muoversi che montasse il vento nella direzione voluta o addirittura che venisse la pioggia per dare acqua e consentire di superare nei tratti di fiume i punti meno profondi.
Che differenza rispetto oggi!
Da Arona, grande porto commerciale che un tempo sorgeva proprio nella piazza dove siamo arrivati, partivano allora le derrate alimentari dei prodotti agricoli della pianura, riso, grano e cereali, che venivano portati in barca fino a Vogogna e anche fino a Domodossola risalendo il fiume Toce per qualche decina di chilometri, da dove le barche ritornavano poi al fondo del lago portando giù carbone, legna, materiali da costruzione, formaggi e i prodotti tipici delle valli alpine.
È interessante ricordare che già da secoli esistevano barche da trasporto sui nostri laghi lunghe anche 40 m e quindi capaci di trasportare decine di tonnellate e tutto ciò senza alcun motore di ausilio nei momenti di emergenza, quali le burrasche improvvise che possono sorgere sui nostri laghi prealpini o i punti pericolosi delle rapide che dovevano affrontare, in particolare nel primo tratto del Ticino, a Panperduto, così chiamato perché le barche talvolta si rovesciavano perdendo il loro carico prezioso e portando a fondo lo sfortunato equipaggio.
Invece noi voghiamo solo per diletto e affrontiamo l'ultimo tratto di lago portandoci verso la sponda lombarda, costeggiando il parco che accoglie gli edifici dove un tempo venivano costruiti gli idrovolanti che attraversarono l’Atlantico fino al Brasile in un volo compatto di 12 velivoli partiti da Orbetello ed arrivati insieme in Sudamerica sotto la guida di Italo Balbo: un prodigio di tecnica ed affidabilità e organizzazione dati i tempi, in quanto avvenuto nel 1930.
Arriviamo al fiume anche se il punto esatto che delimita la fine del lago non è neppure percepibile e l'imbuto si stringe poco a poco con la corrente che aumenta e ci spinge verso il vecchio ponte di ferro.
Siamo arrivati a Sesto Calende dove il sindaco ci accoglie, anche lui ormai un amico che abbiamo visto diverse volte, cortesissimo come sempre e appoggiato dai suoi pensionati simpatici e gentilissimi.
È sempre un momento di chiacchiere in cui noi raccontiamo quello che stiamo facendo e in che modo o in che misura la vogata quest'anno somigli a quella dell'anno scorso e per fortuna chiacchierando, mentre raccontiamo che di nuovo la diga della Miorina c'è stata inibita in quanto abbiamo ricevuto un fax che ci proibisce l'uso della conca di navigazione, scopriamo che in realtà la diga è interamente sommersa e che quindi non ci sarebbe nessun problema a superarla!
Dopo un primo momento di stupore il nostro canotto della polizia si porta ad esplorare la diga e ritorna con la notizia che effettivamente non c'è nessun problema, a condizione che le paratoie vengano tenute sommerse come in questo momento sono.
Contentissimi di questa notizia ci stacchiamo dal pontile di Sesto e voghiamo fino al camping Il Gabbiano dove ci aspetta la gentilissima Giorgia per far riposare le nostre barche nel porticciolo galleggiante.
Intanto qualcuno ci raggiunge per la tappa di domani, mentre qualcun altro arriverà domani mattina prestissimo con il treno. Fra poche ore arriverà anche un gruppo di cinque francesi che vengono da Nizza, da Marsiglia e da altre città francesi perché hanno scoperto su Internet la nostra avventura ed hanno voluto affiancarsi a noi; ovviamente siamo stati felicissimi di metterli nella lista dei partecipanti e li stiamo aspettando con grande entusiasmo.
Gli equipaggi si distribuiscono secondo i programmi, i ragazzi di Ornavasso dormono con il sacco a pelo in un padiglione, qualcuno dorme nel campeggio in due bungalows, alcuni sono ospiti di amici nei dintorni di Sesto Calende e, dopo esserci così suddivisi per letti e destinazioni di riposo, cerchiamo alla spicciolata l'agriturismo Tovaglieri, dove ci aspetterà un ricchissimo pranzo serale.
La padrona della tenuta, Giuliana, è una graziosissima campionessa di bicicross a livello di nazionale italiana e ci ha preparato un menù di tutto rispetto con prodotti in gran parte provenienti direttamente dalla tenuta, con vini rossi, bianchi e rosé anch'essi prodotti direttamente nella tenuta, e così affrontiamo una delle prime cene tra le tante altre che si susseguiranno durante la vogata, perché secondo la mia filosofia lo sport è bello, ma mettere le gambe sotto il tavolo lo è altrettanto!
Cominciamo ad affiatarci tutti insieme: molti sono stati già insieme nella vogata l’anno scorso, qualcuno è nuovo e anche molto incuriosito di che cosa ci succederà il giorno dopo, soprattutto in vista delle previsioni meteorologiche che per il momento non danno nessun conforto.
Ci salutiamo poi per la notte facendo tutti i debiti scongiuri contro la pioggia e il giorno dopo ci ritroveremo al campeggio molto presto per ripartire.
Ci aspetterà una giornata non lunga dal punto di vista della navigazione ma molto interessante perché la parte del Ticino da Miorina fino a Porto Torre non è mai stata percorsa da nessuno di noi e il Villoresi è sicuramente uno dei pezzi più interessanti della nostra avventura.
A domani!!

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